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Green Report

  • La massiccia deforestazione nel Borneo distrugge l’habitat degli oranghi

    Una coalizione di organizzazioni ambientaliste - Auriga Nusantara, Environmental Acition Network, Wood & Wayside Greenpeace Indonesia e Rainforest Action Network - ha pubblicato il rapporto “Deforestation Anonymous / Pembalak Anonim”  che fa luce sull’allarmante recrudescenza della deforestazione nel Klimntan, il Borneo indonesiano, causata da  PT Mayawana Persada, e sotolinea che «Le prove presentate nel rapporto documentano il più grande caso attuale di deforestazione tra tutte le compagnie di piantagioni di pasta di legno e palma da olio in Indonesia». PT Mayawana Persada ha abbattuto 11.805 ettari di foresta pluviale nel 2022 e 16.118 ettari nel 2023 all'interno della sua concessione di pasta di legno nella provincia del Kalimantan occidentale. In totale, negli ultimi tre anni (2021-2023), la copertura forestale naturale nella concessione di Mayawana è diminuita di 33.070 ettari, un’area equivalente al 45% delle dimensioni di Singapore. Alla fine del 2023, nella concessione rimanevano 55.625 ettari di foresta pluviale.

    Il rapporto rivela che la deforestazione di Mayawana fa parte di un trend più ampio che vede le compagnie utilizzare strutture aziendali complesse che coinvolgono filiali segrete offshore per continuare ad abbattere le foreste tropicali.  La deforestazione attuata da  PT Mayawana Persada ha distrutto l’habitat degli oranghi del Borneo e di altre specie in via di estinzione e ha catalizzato un conflitto tra l’impresa e una comunità indigena Dayak.

    Hilman Afif di Auriga Nusantara sottolinea che «Nella concessione di Mayawana rimangono oltre 55.000 ettari di foresta pluviale, il che la rende un banco di prova fondamentale per gli sforzi volti a controllare la deforestazione in Indonesia».  Ma l’opaca struttura proprietaria della compagnia rende difficile sapere chi dovrebbe essere ritenuto responsabile delle sue attività distruttive: Mayawana è di proprietà di una catena di holding che porta ai paradisi fiscali delle Isole Vergini britanniche e di Samoa che non richiedono che i nomi degli azionisti siano divulgati pubblicamente e Arie Rompas di Greenpeace Indonesia fa notare che «Questa complessa struttura aziendale, in effetti, nasconde il/i proprietario/i effettivo/i finale/i della società e può proteggerlo/I dai rischi legali e reputazionali derivanti dalla distruzione di tratti così vasti di foresta tropicale».

    Con una dichiarazione rilasciata da APRIL – e contenuta nel rapporto -  il Gruppo RGE nega qualsiasi associazione con PT Mayawana Persada, ma il rapporto spiega che nel caso di Mayawana, «I documenti aziendali, i collegamenti alla gestione operativa e i collegamenti della catena di fornitura indicano che la società è correlata al Royal Golden Eagle Group (RGE). RGE è un produttore globale di pasta di legno, carta, imballaggi, tessuto, viscosa e olio di palma ed è il conglomerato madre di APRIL, Asia Symbol, Sateri, Apical e Asian Agri. Nel 2015, RGE – e molte delle sue filiali tra cui APRIL – hanno avviato una politica di “deforestazione zero” nella loro catena di fornitura. Tra gli acquirenti dei prodotti RGE ci sono alcuni dei più grandi marchi di moda, produttori di beni di consumo e rivenditori di massa del mondo, molti dei quali dichiarano ai clienti di non causare la distruzione della foresta pluviale o danneggiare le comunità. Queste affermazioni sulla sostenibilità sono ora messe in discussione a causa della continua deforestazione di Mayawana nel Borneo».

    Più della metà della foresta distrutta dal 2020 nella concessione di Mayawana si trovava in torbiere ricche di carbonio e nel 2023 la percentuale di deforestazione nelle aree torbiere è salita a oltre l'80%. Lo sviluppo di torbiere per piantagioni di pasta di legno industriale rilascia enormi quantità di CO2 e metano. Questa forma di cambiamento nell’uso del suolo contribuisce in modo determinante alle emissioni di gas serra e rende questi territori vulnerabili agli incendi catastrofici.

    Le organizzazioni che hanno pubblicato il rapporto chiedono a PT Mayawana Persada di «Fermare immediatamente la deforestazione e la conversione delle torbiere all'interno della sua concessione, di risolvere i suoi conflitti con le comunità locali e di rivelare i nomi dei suoi proprietari effettivi. La deforestazione di Mayawana rende insostenibile lo sforzo durato anni del Forest Stewardship Council (FSC) di impegnarsi nuovamente con APRIL, la holding del gruppo RGE per le sue attività di produzione di pasta di legno e carta in Indonesia, dopo che è stata dissociata dall'organizzazione dieci anni fa per pratiche forestali distruttive». Le associazioni ambientaliste chiedono all'FSC di «Sospendere il processo di "rimedio" affinché APRIL possa rientrare nello schema di certificazione di sostenibilità, almeno fino a quando la deforestazione di Mayawana non si fermerà e l'impresa non risolverà i suoi conflitti con le comunità in modo equo e in maniera responsabile».

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  • Rifiuti da imballaggio, per il Governo italiano l’accordo raggiunto in Ue è un «ottimo risultato»

    Il Comitato dei rappresentanti permanenti aggiunti presso l’Unione europea (Coreper I) ha approvato il nuovo regolamento per imballaggi e rifiuti da imballaggio (Ppwr), sul quale Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio.

    I testi approvati verranno adesso trasmessi al Parlamento europeo e quindi al Consiglio per l’adozione finale.

    «L’accordo finale sul regolamento imballaggi è un ottimo risultato – commenta il ministro italiano dell’Ambiente, Gilberto Pichetto – Il nostro obiettivo è stato sempre quello di definire un punto di equilibrio tra target ambientali e competitività delle imprese».

    In particolare, il Governo Meloni ha sempre mantenuto un piglio critico sulla priorità inizialmente assegnata in modo deciso dal regolamento al riuso, rispetto al riciclo dei rifiuti da imballaggio (un approccio che è però coerente alla gerarchia europea di gestione dei rifiuti).

    «Il merito di questi successi – dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – va attribuito all’azione di impulso assicurata dai Ministeri coinvolti, in stretto coordinamento con Palazzo Chigi, all’attività negoziale condotta dai nostri rappresentanti diplomatici a Bruxelles, ma anche al cruciale lavoro di squadra svolto dai nostri europarlamentari, che hanno saputo travalicare gli schieramenti politici».

    In particolare, il Governo valuta positivamente la flessibilità garantita agli Stati e agli operatori nella scelta delle misure per raggiungere l’obiettivo di ridurre i rifiuti, tra imballaggi riutilizzabili e quelli monouso riciclabili.

    «Gli emendamenti approvati incentivano tecnologie in cui stiamo investendo, come il riciclo chimico – continuano da Palazzo Chigi – Salvaguardano inoltre settori in cui le nostre aziende hanno accresciuto la riciclabilità degli imballaggi, in cui siamo all’avanguardia, come quello delle plastiche compostabili, o in cui esportiamo prodotti di eccellenza, come vini, spumanti, vermouth e distillati. Nella gestione dei rifiuti, libertà di scelta è concessa tra l’adozione del deposito cauzionale e il mantenimento di modelli virtuosi di raccolta separata, come quello italiano».

    Ampia soddisfazione sul regolamento filtra anche dal mondo dell’industria, dopo mesi di tensioni. Per Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, è «un deciso passo avanti del quale siamo molto soddisfatti.  Il testo infatti prevede a livello europeo l'obbligo di utilizzare alcune applicazioni compostabili e altre possono essere inoltre previste in autonomia dagli Stati membri. Infine le bioplastiche compostabili possono essere esentate dai divieti che colpiscono il packaging monouso in plastica, ad es. quello per ortofrutta e per il settore Horeca».

    «Per il settore cartario – continua Lorenzo Poli, presidente di Assocarta – è positiva l’introduzione di una definizione di riciclo di alta qualità che include l’applicazione nell’imballaggio ma anche le altre applicazioni e la definizione di imballaggio composito che esclude componenti plastici al di sotto del 5% del peso totale, oltre agli altri trattamenti necessari per migliorare la protezione degli alimenti».

    Dall’associazione confindustriale plaudono infine sull’intesa finale che «supera la contrapposizione tra riciclo e riuso introducendo la deroga generale (di cinque anni) dal riutilizzo per lo Stato membro che dimostra di superare di 5 punti percentuali gli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2025 ed esenta il cartone dagli obiettivi di riutilizzo per gli imballaggi per il trasporto B2C (incluso il commercio elettronico) e B2B, per i grandi elettrodomestici, per il cibo d’asporto, per le bevande come il latte e le altre deperibili».

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